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TI SARO' FEDELE?

La riflessione di questa sera è dedicata ad un tema importante, anzi fondamentale per la vita di coppia; vorrei parlare di fedeltà.

La fedeltà è una delle promesse che gli sposi esprimono nella celebrazione del sacramento del matrimonio, ma anche uno degli obblighi previsti dal matrimonio civile. L’impegno alla fedeltà viene ritenuto un aspetto davvero importante per la vita insieme, tanto che, a livello civile, il tradimento è riconosciuto come motivo per ottenere la separazione con addebito al coniuge che tradisce, come a dire che si ritiene comprensibile che il marito o la moglie traditi siano legittimati a chiedere l’allontanamento del coniuge; cosa ancor più significativa è che al tradimento fisico, effettivo, viene equiparato il tradimento platonico, cioè quello che non implica necessariamente un coinvolgimento fisico, compresi gli incontri on line o con partner virtuali.

Questo per dire che l’esigenza di percepirsi all’interno di un rapporto in cui l’interesse reciproco è esclusivo è qualcosa di scritto nel profondo del cuore di ognuno di noi.

Nell’etimologia della parola FEDELTÀ sono presenti i concetti di legame, fiducia e lealtà; questo fa sì che la fedeltà venga considerata una virtù: secondo Wikipedia, per esempio, essa è l’impegno morale con il quale una persona si vincola affinché un legame o un obbligo verso un'altra persona sia valido e reciproco.

Fedeltà quindi come l’impegno, condiviso, a mantenere una relazione esclusiva.

Un impegno che si può assumere solo nella libertà, perché niente può costringermi ad essere fedele se non la mia volontà, tanto più se intendiamo l’infedeltà non solo in senso “pratico” ma anche in senso emozionale, o del pensiero, o del virtuale offerto da internet!

 

Bisogna dire che l’idea della fedeltà di coppia, coniugale, può generare un’impressione di costrizione, di limite della libertà personale (come spesso scherzosamente si ricorda a chi è in procinto di sposarsi facendo per esempio il gesto di essere ammanettati, quasi che sposandoci si entri in un regime di carcere di massima sicurezza!)

Per la verità fedeltà e libertà si sostengono a vicenda quando diventano, come nel matrimonio cristiano, la scelta libera al progetto di vita insieme condiviso, in cui riversare tutto l’impegno possibile per rimanevi fedele per tutta la vita.

Infatti la riflessione sulla fedeltà che mi interessa approfondire non è tanto quella che riguarda il tradimento sessuale, o l’inizio di una relazione parallela, che senza dubbio sono i casi più evidenti di infedeltà. Quello su cui voglio soffermarmi è l’importanza, la bellezza, la necessità di rimanere fedeli al legame che si crea all’inizio del cammino di coppia, legame che, per durare, ha bisogno di essere coltivato, ha bisogno di cura e attenzione.

Rimanere fedeli secondo me significa mantenersi fedeli nella cura del legame, per prevenire o contrastare le grandi infedeltà che portano alla sua rottura. È una fedeltà che si rinnova e si rafforza ogni giorno, e che ogni giorno liberamente si sceglie.

Come prendersi cura allora del proprio legame di coppia? Innanzitutto acquisendo la consapevolezza che la nostra coppia è un’entità diversa dal mio IO e dal tuo TU accostati: la nostra coppia è il NOI, realtà che ci comprende, ci trascende ma non ci esaurisce. Lo spazio del NOI è abitato e curato da entrambi, è uno spazio condiviso che ha la priorità su ogni altro legame.

Non è una cosa scontata, a volte è difficile trovare l’equilibrio tra individualità e condivisione, a volte invece si rischia di perdere i confini personali o di dimenticarsi di essere in due.

Nel libro NAVIGARE A VISTA, La psicologa Paola Bassani individua tre possibili tipologie di coppia:

 

- LUI E LEI FUSI: i due sono un tutt’uno, non si distinguono più le due identità. Magari c’è molta sintonia e armonia, piacciono le stesse cose, si fa sempre tutto insieme, ma nella fusione non c’è più un interlocutore che ti fa scorgere aspetti della vita e di te stesso differenti da quelli che puoi scorgere tu. In alcuni momenti può essere molto piacevole perché ti senti in sintonia totale con l’altro, ma è una condizione potenzialmente pericolosa perché annulla l’individualità dei singoli e favorisce la dipendenza, quindi in alcuni casi può diventare una situazione patologica.

-UN IO SI PRENDE CURA DEL NOI E L’ALTRO IO VIAGGIA DA SOLO: è’ la situazione in cui la cura del legame è solo a carico di uno dei due partner, in cui solo un IO si preoccupa che tutto funzioni, accondiscende a tutte le richieste del partner per farlo contento, si prodiga in preparativi ed organizzazioni che senza richiedere la collaborazione del partner che sostanzialmente va a traino, lascia fare senza mettere del suo. Qui c’è in genere uno sbilanciamento nell’investimento nella coppia, che solo per uno dei due è l’impegno principale; il rischio è lo strutturarsi di ruoli rigidi e impari, che faranno sentire l’uno in obbligo e l’altro in diritto di vivere determinate situazioni.

-OGNI IO MANTIENE LA PROPRIA IDENTITÀ ED ENTRA ED ESCE DAL NOI: è la posizione più equilibrata, in cui ogni membro della coppia è un individuo con la propria originalità: ha caratteristiche, interessi e peculiarità che esercita in alcuni momenti anche da solo, ma sa incontrare l’altro nel NOI facendosi contagiare, incuriosire dalle peculiarità dell’altro, trovando momenti di condivisione ed confronto che arricchiscono entrambi.

 

Risulta perciò evidente che il segreto per mantenere un buon legame di coppia nel tempo è il giusto bilanciamento tra i due IO e il NOI: sempre insieme si perde la propria identità, troppo separati si rischia di vivere vite parallele; l’ideale è percepire la coppia come la realtà a cui appartengo in comunione con l’altro, in cui porto il mio originale contributo e riconosco e apprezzo il suo.

Essere in coppia non significa annullare il proprio IO per vivere in totale condivisione di ogni momento ed esperienza, non significa neanche rimanere fermi nel proprio individualismo lasciando all’altro tutto il peso del mantenere viva la relazione. Una coppia matura ed equilibrata è fatta di due persone che sanno stare in piedi ognuna per conto suo, due persone che per scelta condividono un cammino e nel farlo si aiutano, si sostengono e si incoraggiano nell’affrontare le sfide della vita. È vero che capiteranno momenti in cui uno avrà bisogno di appoggiarsi e farsi sorreggere dall’altro, ma se questo non fosse reciproco e diventasse la modalità consueta di relazione, il legame e le persone che lo vivono, in maniera diversa, prima o poi ne soffriranno.

Dicendo questo non mi riferisco a quei casi in cui un coniuge soffre di gravi limitazioni o fragilità e la sua esistenza dipende fortemente dall’aiuto che riceve da altre persone -come raccontavo in un’altra puntata dal titolo “a servizio del tuo bene” - perché anche in queste condizioni diciamo impari, la coppia può esprimere la reciprocità: l’uno e l’altro porteranno contributi molto differenti tra loro, ma ugualmente utili a curare e mantenere il legame d’amore.

 

Promettersi fedeltà quindi equivale ad impegnarsi nella cura del rapporto di coppia; questa promessa potrebbe allora essere riformulata con queste due sottolineature: ti prometto che mi metterò in gioco nel rapporto con te e che il nostro legame avrà la priorità su tutto il resto.

Spieghiamo un po’ meglio:

-mettermi in gioco nel rapporto significa essere disposta a mostrarmi nella mia verità, a lasciarmi conoscere, a togliere le maschere che spesso indosso nella vita per nascondere le mie fragilità e i miei limiti; significa aprirmi a te per essere me stessa, mostrando anche i nervi scoperti, sicura che tu li tratterai con delicatezza e rispetto, che ne avrai cura.

La resistenza a farsi conoscere dall’altro, o la difficoltà ad accettare che alcune cose che l’altro mi dice su di me corrispondano a verità, tradiscono questa promessa; l’altro, se ha su di me uno sguardo d’amore, solitamente è in grado di darmi buoni feedback su di me, sui miei limiti e sui miei pregi, in modo sincero e costruttivo. Siccome ognuno di noi è in continua evoluzione, questo lavoro di messa in gioco, di svelamento reciproco non è qualcosa che si vive all’inizio e poi si da per acquisito, ma è un impegno costante, da rinnovare continuamente.

 

-il nostro legame ha la priorità su tutto il resto: facile a dirsi! Nella vita pratica, però, quante volte mettiamo al primo posto altri interessi, altre necessità, altre persone? Sembra un po’ drastico dire che tradisco il coniuge ogni volta che antepongo qualcosa o qualcuno a lui, vero? Eppure sono tante le occasioni per tradirlo in questo senso, cioè per lasciare che lui si senta messo in un angolo, non valorizzato, dimenticato… Mi ha colpito molto un film che ho visto tantissimi anni fa (e di cui ovviamente non ricordo il titolo) in cui, una anziana signora raccontava di come in passato avesse tradito il marito e di come lui, in seguito alla sua confessione, le avesse chiesto scusa regalandole un mazzo di fiori; il marito si scusava con la moglie perché capiva di averla trascurata tanto da ricercare in una nuova relazione quanto le era venuto a mancare in quella che vivevano insieme. In questo senso è vero che spesso gli adultèri sono il risultato di tante disattenzioni, trascuratezze, superficialità precedenti che portano al disinvestimento nella coppia, alla perdita di fede nel legame.

Quali sono allora i piccoli o grandi tradimenti che mettiamo in atto senza esserne consapevoli? Che mi distraggono e mi portano a lasciare sullo sfondo il mio impegno a curare la relazione con mio marito o mia moglie? Possono essere davvero tanti, spesso sono occupazioni o interessi di per sé buoni e positivi, per questo intaccano il benessere di coppia in modo subdolo ed emergono magari dopo tanto tempo. In genere possono non essere vissuti come intrusioni o aspetti negativi, ma di fatto finiscono per distogliere l’attenzione alla cura del rapporto di coppia nella misura in cui diventano prioritari nella vita individuale, non vengono condivisi, assorbono gran parte dell’interesse e delle energie di chi li vive, tanto che qualche specialista li chiama “gli amanti legali”.

Facciamo qualche esempio?

  • Il lavoro; sicuramente è necessario alla vita della famiglia, è una cosa molto bella quando si ha la fortuna di fare un lavoro che piace e che dà soddisfazioni, ma se diventa il centro della propria vita, occupando tutto il tempo, le energie e le risorse che uno possiede rischia di mettere a dura prova la relazione di coppia e familiare

  • La carriera; il desiderio di realizzarsi e crescere nella professione è legittimo, così come è sacrosanto ottenere il giusto riconoscimento per il proprio impegno, spesso necessario ad aumentare il benessere famigliare. C’è però il pericolo che, per raggiungere alcuni obiettivi all’esterno della coppia, si rischia di perdere momenti e occasioni importanti all’interno della famiglia, finendo per rimpiangerli

  • Le passioni, gli hobby; utili e appaganti per vincere lo stress e per mantenersi in salute o per mettere a frutto i propri talenti, diventano causa di sofferenza per l’altro membro della coppia quando risucchiano tempo e interesse alla vita in famiglia o, come nel caso del cellulare, sono fonte di distrazione e isolamento

  • Il volontariato; di per sé nobile, l’impegno sociale o politico, o in parrocchia o nello sport, se diventano troppo coinvolgenti o incalzanti rischiano di ridurre tempi e spazi della vita di coppia, mettendola in pericolo

  • Gli amici; ci sono coppie che non sanno stare sole, hanno sempre bisogno di trovarsi con altri per sentirsi appagati e completi, in nome del principio di essere “aperti” e non chiudersi al mondo. Questo può essere un campanello d’allarme di mancanza di comunicazione e intimità nella coppia.

  • I confidenti; ci capita di affidarci a persone esterne, “specialiste” per qualche aspetto della vita: a volte un amico più intimo, una guida spirituale, uno psicologo, un medico: persone la cui esperienza ci aiuta a orientarci nel mondo e ad affrontare le difficoltà. Se però il rapporto con questa guida si sostituisce o scavalca il confronto con il proprio coniuge significa affidare ad un soggetto esterno un grande potere sulla vita della coppia

  • Le famiglie d’origine; se conta di più il consenso, l’approvazione, il consiglio dei propri familiari piuttosto che il confronto col partner, questo all’inizio ostacola la creazione della nuova famiglia, svincolata da quella originaria, e alla lunga, ne rallenta fino a impedirne l’autonomia, provocando spesso frizioni e frustrazioni nella coppia

  • I figli; sappiamo che l’arrivo di un figlio cambia gli equilibri della coppia, che si deve riorganizzare e dedicargli tante energie, ma non deve dimenticare che il primo figlio di una coppia è il NOI, che va sempre curato, coltivato, nutrito. Inoltre, come dice papa Francesco, il primo bisogno di un bambino è l’amore tra i sui genitori. Anche quando i figli saranno grandi, se la loro cura è stato il principale interesse della coppia il rischio è che, una volta uscito il figlio, non resti niente della loro relazione.

Ognuno potrà magari aggiungere altri esempi a questa lista, che è composta fondamentalmente da cose belle che sono utili, importanti e auspicabili nella vita della coppia, ma che rappresentano una potenziale minaccia se diventano eccedenti e finiscono per relegare il coniuge al secondo posto.

 

Queste allora le promesse da mantenere per avere cura del proprio legame di coppia e quindi per costruire quel “per sempre” che la fedeltà sottintende.

È importante secondo me avere ogni tanto la possibilità di fare il punto sulla salute del nostro legame di coppia. Mi è capitato di proporre, in un laboratorio per coppie, un’attività metaforica per riflettere sulla fedeltà: viene chiesto ad ogni coppia di legarsi l’uno all’altra con una corda, che appunto simboleggia il loro legame. Il modo con cui avviene questa legatura, la lunghezza della corda, permettono alla coppia di raccontarsi la qualità della relazione, la distanza che ognuno lascia all’altro, il bisogno di vicinanza o di autonomia di ciascuno. I nodi che stringono per tenersi uniti, a partire dalla facilità o difficoltà di sciogliersi, li stimolano a parlare della solidità della loro promessa matrimoniale; provare a muoversi nello spazio legati l’uno all’altra serve a far sperimentare la funzionalità del legame che hanno creato. Come sempre, con l’aiuto di una semplice metafora si può affrontare un tema complesso e delicato in modo più agevole e stimolante.

Nonostante l’impegno e la buona volontà, però, tutti siano in qualche misura attori di qualche infedeltà nei confronti del coniuge, e non è scontato che anche alla nostra relazione possa capitare di essere in sofferenza, di sfilacciarsi, addirittura di rompersi; nell’attività accennata pima, dopo aver lasciato un momento di confronto interno alla coppia in cui tra loro possano raccontarsi le reciproche infedeltà, si arriva al punto in cui, con un colpo di forbici, il legame viene tagliato. In questo modo, anche visivamente, si prende consapevolezza degli effetti causati dalla infedeltà al legane di coppia. Ognuno poi racconterà le emozioni e sensazioni percepite in seguito a questa inaspettata “libertà” (ed è curioso notare come raramente siano sensazioni di sollievo, più facilmente di smarrimento).

A fronte di una rottura, netta o parziale, è però possibile pensare ad azioni che mirino a medicare, ricucire il legame che si è ferito: riaprire il dialogo, l’ascolto attivo e il confronto nella coppia, chiarendo le reciproche posizioni; imparare ad esprimere i propri sentimenti, il proprio dolore o malessere; prendere consapevolezza delle difficoltà e incomprensioni reciproche; saper chiedere scusa e voler perdonare; quando serve, chiedere l’aiuto di un osservatore esterno; pregare Dio di trasformare il proprio cuore.

Tutte queste strategie possono aiutare a guarire il legame, a far ripartire la relazione.

A questo punto, chiediamo alle coppie di provare a riannodare la corda che li legava, recuperandone i capi. Il risultato sarà un legame che conserva alcune caratteristiche del passato, ma contemporaneamente ne presenta di nuove. Forti dell’esperienza, spesso le coppie ricostruiscono questo legame con più cura, ricordandosi di cosa lo rendeva scomodo o limitato. Il nodo della riconciliazione sarà visibile, come memoria degli sbagli commessi e monito a non ripeterli. Ed ecco che in questo modo si fa un piccolo esercizio di fiducia nella possibilità di ricostruire la relazione anche quando sembrava perduta.

Certo, a volte capita che, per come si era creato il legame o per la brutalità con cui è stato tagliato, risulti impossibile riannodarlo…non possiamo negare l’evidenza che esistano situazioni molto complesse e drammatiche a cui è difficile trovare soluzione!

Per questo sono importanti momenti di confronto e di esperienza come per esempio quello raccontato qui, occasioni in cui dedicare tempo alla propria coppia, sentendosi in compagnia di tante altre coppie che sperimentano le stesse fatiche, nutrono le stesse speranze, vivono lo stesso impegno. Si tratta di condividere gli errori, le paure ma anche le strategie efficaci, sentendosi riconosciuti nelle proprie fragilità e nelle proprie risorse. Per chi affida il suo cammino d’amore al Signore, significa ricordare che il primo a promettere fedeltà è Lui, che ci garantisce la sua presenza e il suo sostegno tutti i giorni della nostra vita.

promettersi fedeltà equivale ad impegnarsi nella cura del rapporto di coppia, garantendogli la priorità rispetto ad altre relazioni; succede che ognuno metta in atto, anche inconsapevolmente, piccoli o grandi tradimenti che finiscono per lasciare sullo sfondo la relazione con il coniuge...come impedire che il legame si sfilacci fino a rompersi?

08.06.2024

chiarasolcia.it, chiara solcia, ti sarò fedele? educhiamo la famiglia
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