LA "RIVOLUZIONE BILLINGS"
Alla fine di aprile a Roma ha avuto luogo il congresso internazionale del WOOMB, l’Organizzazione Mondiale del Metodo dell’Ovulazione Billings.
Questo evento era interessante già dal titolo: LA “RIVOLUZIONE BILLINGS” 70 ANNI DOPO - DALLA CONOSCENZA DELLA FERTILITÀ ALLA MEDICINA PERSONALIZZATA.
Il Metodo Billings è un metodo naturale di conoscenza della fertilità che permette di capire l’andamento del ciclo fertile femminile, elaborato appunto a partire dagli anni 50 dello scorso secolo dai coniugi Billings, una coppia di medici australiani che grazie all’osservazione di tantissime donne e allo studio della fisiologia della fertilità hanno potuto comprendere e interpretare i segnali che accompagnano l’andamento ciclico della fertilità femminile.
Settant’anni dopo, non solo il metodo si è diffuso in tutto il mondo permettendo alle coppie di vivere una sessualità serena e consapevole senza fare uso della contraccezione, ma è diventato un vero e proprio percorso di educazione alla conoscenza di sé e dell’altro, uno strumento di promozione umana e di rispetto reciproco, un aiuto a vivere appieno l’amore e a realizzare la vocazione matrimoniale.
I Billings hanno iniziato ad interessarsi della fertilità accogliendo la richiesta del loro vescovo, accortosi di come le gravidanze troppo ravvicinate e numerose provocassero non solo gioia ma a volte fatica e sofferenza ad alcune coppie della sua comunità.
Quindi si sono messi a studiare e osservare la realtà della fecondità umana fermamente convinti che la gioia sessuale e la possibilità di generare fossero doni preziosi del creatore, che forse ci chiedeva di conoscerli meglio per meglio poterli gestire, nel rispetto delle leggi naturali con cui sono stati pensati e creati.
Il metodo Billings quindi è stato elaborato per aiutare le coppie a distanziare le gravidanze, e come “effetto collaterale” portava a conoscere e apprezzare la fertilità, comprendere e valorizzare il coniuge, ad avere una visione positiva e accogliente della vita.
Negli anni successivi l’ambiente scientifico, dopo aver minimizzato e direi snobbato l’importanza delle conoscenze scientifiche a cui i coniugi Billings e i loro collaboratori sono giunti, ha riconosciuto come queste fossero fondamentali per favorire il concepimento e la nascita, man mano che questi diventavano sempre più problematici. Lo testimonia il fatto che nel 2005 i Billings abbiano ottenuto la laurea honoris causa all’Università Tor Vergata di Roma, proprio grazie ai risultati ottenuti nella ricerca della gravidanza con le coppie in difficoltà.
Il congresso di Roma è stato un importante momento di incontro delle tante realtà che appartengono al centro creato dai coniugi Billings, un momento che è diventato anche l’occasione per accogliere e formare nuove insegnanti di questo metodo. L’evento è stato salutato da un messaggio di Papa Francesco, bello, sincero e ricco di tanti spunti di approfondimento e riflessione, tanto che mi permetto di usarlo per condividerne alcuni.
Intanto il Papa comincia evidenziando come sin dall’inizio i Billings siano apparsi “rivoluzionari”:
Mentre nella seconda metà del secolo scorso si sviluppava la ricerca farmacologica per il controllo della fertilità e si diffondeva la cultura contraccettiva, i coniugi John ed Evelyn Billings sviluppavano accurate ricerche scientifiche e diffondevano una metodica semplice, a disposizione delle donne e delle coppie, per la conoscenza naturale della fertilità stessa, offrendo un prezioso strumento per la gestione responsabile delle scelte procreative. In quegli anni la loro proposta appariva poco moderna e meno affidabile rispetto alla pretesa immediatezza e sicurezza degli strumenti farmacologici.
Con queste poche parole il Papa esprime la profonda differenza tra i metodi naturali e la contraccezione, che è prima di tutto una differenza di punti di partenza: la contraccezione propone una soluzione “esterna” (chimica nel caso della pillola, fisica nel caso del preservativo) mentre i metodi naturali partono dal desiderio di conoscere i ritmi della fisiologia umana, alla ricerca della chiave per comprenderli e interpretarli correttamente. La contraccezione propone una risposta pratica ad un potenziale problema (la gravidanza indesiderata) che consiste nel tentativo di modificare la fisiologia, di alterarla. I metodi naturali invece chiedono alla coppia di rispettare l’andamento fisiologico della fertilità e di adeguare ad esso la loro gestualità. La contraccezione ha lo scopo di garantire la libertà di avere rapporti quando si vuole senza pensare alle conseguenze, i metodi naturali rendono consapevoli di quali sono le possibili conseguenze di ogni singolo rapporto. Differenze insomma davvero sostanziali…
È per questo che, sottolinea il Santo Padre subito dopo, la strada aperta dai coniugi australiani
…offriva e offre provocazioni e spunti di riflessione attuali e fondamentali, da riprendere e approfondire: ad esempio l’educazione al valore della corporeità, una visione integrata e integrale della sessualità umana, la cura della fecondità dell’amore anche quando non è fertile, la cultura dell’accoglienza della vita e il problema del crollo demografico. Sotto questi profili, quella che è stata definita la “rivoluzione Billings” non ha esaurito la sua spinta originaria, ma continua a essere una risorsa per la comprensione della sessualità umana e per la piena valorizzazione della dimensione relazionale e generativa della coppia.
Questo enorme potenziale, diciamo, antropologico, pedagogico e di promozione della libertà intrinsecamente presente nei metodi naturali si è ben presto manifestato: lo testimonia la sua diffusione mondiale, segno di come questo approccio alla gestione della procreazione non incontri ostacoli etici o religiosi e neanche geografici o culturali: ha raggiunto paesi industrializzati, rurali, in via di sviluppo ed è stato accolto tanto da persone altamente scolarizzate quanto da donne completamente analfabete.
Fondamentale era per i Billings che tutte le donne potessero aver accesso all’apprendimento del metodo gratuitamente. Questo ha permesso di non avere ostacoli anche a livello politico.
Due le occasioni molto significative in cui il metodo billings ha oltrepassato le barriere ideologiche: negli anni 70 in India, dove vigeva una legge di contenimento demografico che prevedeva la sterilizzazione obbligatoria, attraverso l’uso del metodo billings con cui dimostravano di essere in grado di non avere altri figli, le coppie ottenevano la proroga a questo obbligo. Mi piace ricordare che anche Madre Teresa di Calcutta si adoperava per insegnarlo correttamente alle donne nei villaggi…insomma, indegnamente posso dire di essere stata collega della santa Madre Teresa!
L’altro caso piuttosto clamoroso è quello del governo cinese che negli anni 90, mentre era in vigore la legge che prevedeva l’aborto obbligatorio del secondo figlio, ha invitato i Billings a diffondere il metodo per evitare di dipendere eccessivamente dalle multinazionali farmaceutiche che dovevano fornire le pillole contraccettive e per limitare le spese per gli aborti.
I Billings, quindi, hanno dimostrato che il rispetto e la conoscenza sono alla base dell’amore, e che la fecondità è un bene da custodire e amministrare con saggezza e intelligenza.
Anche su questo si esprime il Papa nel suo discorso:
Una seria educazione in questo senso appare oggi necessaria, in un mondo dominato da una visione relativistica e banale della sessualità umana. Essa chiede invece di essere considerata entro uno sguardo antropologico ed etico, in cui le questioni dottrinali siano approfondite senza semplificazioni indebite né rigide chiusure. In particolare, è bene tenere sempre presente la connessione inscindibile tra il significato unitivo e quello procreativo dell’atto coniugale (cfr S. Paolo VI, Enc. Humanae Vitae, 12). Il primo esprime il desiderio degli sposi di essere una cosa sola, una sola vita; l’altro esprime la comune volontà di generare vita, che permane anche nei periodi di infertilità e nell’anzianità. Quando questi due significati sono consapevolmente affermati, nasce e si rafforza nel cuore degli sposi la generosità dell’amore, che li dispone ad accogliere una nuova vita. Quando ciò manca, l’esperienza della sessualità si impoverisce, si riduce alle sensazioni, che presto diventano autoreferenziali, e perde la sua dimensione umana e di responsabilità.
subito dopo aggiunge
Di fatto si sta perdendo di vista il nesso tra la sessualità e la vocazione fondamentale di ogni persona al dono di sé, che trova una peculiare realizzazione nell’amore coniugale e familiare. Questa verità, pur inscritta nel cuore dell’essere umano, per esprimersi in modo pieno richiede un percorso educativo.
Anche questo passaggio mi risuona con gioia nel cuore perché richiama a ciò che tutte noi insegnanti del Billings abbiamo compreso dall’inizio: che questo metodo non è uno strumento per ottenere o non ottenere le gravidanze ma è uno stile di vita sessuale profondamente educativo e formativo in senso umano. Non a caso subito dopo il lavoro con le coppie, l’altro ambito di impegno per molte di noi è l’educazione affettiva e sessuale rivolta a bambini, giovani, adulti, a partire da quanto scoperto in prima persona vivendo il metodo all’interno della nostra vocazione matrimoniale.
Ma la “rivoluzione” che dà il titolo a questo congresso si riferisce secondo me ad un altro aspetto ancora, che si è via via evidenziato con il passare degli anni e con il cambiamento della situazione demografica ma ancor più sociologica, ormai in questi ultimi venti anni è evidente a tutti.
Se all’inizio i metodi naturali sono nati per distanziare le nascite e quindi permettere alle famiglie di non ingrandirsi più di quanto potessero permettersi, si è anche subito manifestata la loro immediata reversibilità, cioè essi sono utili anche per ricercare la gravidanza, proprio perché essi permettono di riconoscere l’alternanza di giorni fertili e sterili, quindi danno indicazioni di quali sono i giorni utili per ottenere il concepimento. Inoltre la conoscenza dei ritmi della fertilità equivale anche alla capacità di prendersene cura, di accorgersi abbastanza velocemente dell’insorgere di problemi e patologie, permettendo una terapia tempestiva e una migliore prevenzione. Per una donna, potersi rivolgere al medico, specialmente al ginecologo, raccontando di sé, del suo ciclo e della sua fertilità è senz’altro un aiuto che apre ad una maggior comprensione della situazione e a una ricerca più mirata e personalizzata degli eventuali percorsi terapeutici. In genere i centri di formazione del metodo Billings sono affiliati ad istituti di ricerca scientifica (il centro di Roma infatti ha sede presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove appunto ha avuto luogo questo congresso, proprio all’interno della struttura del policlinico Gemelli) e questi centri si avvalgono dei dati derivanti dalle registrazioni delle coppie che usano il metodo, dati utili per la ricerca, per la creazione dei protocolli terapeutici e per l’assistenza ambulatoriale alle donne con patologie ginecologiche e endocrinologiche e alle coppie con problemi di sterilità. Infatti negli ultimi decenni l’uso del metodo Billings ha aiutato molte coppie ipofertili a individuare il tipo di disturbo e a ottenere gravidanze in modo naturale, favorendo appunto una medicina personalizzata, perché non applicata sulla base di regole standard ma a partire dalla conoscenza delle peculiarità individuali.
Anche questo aspetto è stato evidenziato da Francesco nel suo discorso, che dice così:
In effetti, la conoscenza della fertilità, se ha un valore educativo generale, ha ancora più rilevanza nel momento in cui la coppia decide di aprirsi all’accoglienza dei figli. Il Metodo Billings, assieme ad altri simili, rappresenta una delle forme più appropriate per realizzare in modo responsabile il desiderio di essere genitori. Oggi la separazione ideologica e pratica della relazione sessuale dalla sua potenzialità generativa ha determinato la ricerca di forme alternative per avere un figlio, che non passano più per i rapporti coniugali, ma si avvalgono di processi artificiali. Però, se è bene aiutare e sostenere un legittimo desiderio di generare con le più avanzate conoscenze scientifiche e con tecnologie che curano e potenziano la fertilità, non lo è creare embrioni in provetta e poi sopprimerli, commerciare con i gameti e ricorrere alla pratica dell’utero in affitto. Alla radice della crisi demografica in atto c’è, assieme a diversi fattori sociali e culturali, uno squilibrio nella visione della sessualità, e non è un caso che il Metodo Billings sia una risorsa anche per affrontare in modo naturale i problemi di infertilità e per aiutare gli sposi a diventare genitori individuando i periodi più fertili. In questo campo, una maggiore conoscenza dei processi della generazione della vita, che si avvalga di moderne acquisizioni scientifiche, potrebbe aiutare molte coppie a fare scelte più consapevoli ed eticamente più rispettose della persona e del suo valore.
e aggiunge:
L’orizzonte della medicina personalizzata ci ricorda appunto che ogni persona è unica e irripetibile e che, prima di essere oggetto di cura per disfunzioni e malattie, dev’essere aiutata ad esprimere nel modo migliore le sue potenzialità, in vista di quel benessere che è soprattutto frutto di un’armonia di vita.
Il Papa conclude il suo discorso con un accenno pastorale:
Favorire la conoscenza della fertilità e dei metodi naturali ha infine anche un grande valore pastorale, in quanto aiuta le coppie ad essere più consapevoli della loro vocazione coniugale e a dare testimonianza dei valori evangelici della sessualità umana. Di una tale rilevanza è prova anche la numerosa partecipazione a questo congresso, che vede riunite a Roma (o video collegate) persone provenienti da molti Paesi e da tutti i continenti. Il riscontro positivo che emerge dalle loro esperienze, maturate talvolta in contesti sociali e culturali molto difficili, conferma l’importanza di lavorare con assiduità e slancio in questo campo, anche per promuovere la dignità della donna e una cultura improntata all’accoglienza della vita, valori peraltro condivisi anche con altre religioni.
Ecco, mi sembra proprio bello questo riconoscimento grato e affettuoso del Santo Padre, uno sprone a continuare su questo cammino delicato e sfidante ma anche così necessario, che ha avuto nel tempo momenti di difficolta, di incomprensione, a volte di svilimento e opposizione anche all’interno delle diverse realtà ecclesiali, ma che invece è sempre stato riconosciuto e incoraggiato come strumento di servizio dell’amore degli sposi, incoraggiato e promosso dal magistero nei suoi documenti ufficiali: dall’ enciclica Humanae Vitae e l’esortazione apostolica Familiaris Consortio di Paolo VI, in tutta la catechesi della teologia del corpo di Giovanni Paolo II, nel catechismo della Chiesa Cattolica di Benedetto XVI fino alla più recente Amoris Laetitia di Papa Francesco.
Le intuizioni e gli approfondimenti a cui i coniugi Billings hanno dedicato tutta la vita si sono dimostrati non solo esatti, utili e adeguati alla gestione responsabile della fecondità, ma profeticamente hanno stimolato la scienza ad avere uno sguardo umanizzato nei confronti della malattia e della ricerca dei percorsi per sconfiggerla. Nello specifico, quando si parla della fertilità i metodi naturali ci aiutano a capire la meraviglia con cui siamo stati pensati dal Creatore e come, rispetto alla possibilità di generare la vita, sia molto più saggio, invece di sperimentare tecniche di manipolazione non sempre rispettose della dignità umana, riconoscere umilmente di non essere i padroni della vita, ma solo i custodi a cui può essere affidata; per questo siamo chiamati ad avere cura e attenzione per facilitare e mantenere quelle condizioni favorevoli e necessarie al suo germogliare e fiorire.
settant'anni fa è nato un modo nuovo di approcciarsi alla fertilità, a partire da uno sguardo stupito e rispettoso e dal desiderio di vivere con gioia questa preziosa potenzialità
13.05.2023

