L'INTIMITA' DI COPPIA
Vorrei indirizzare la mia riflessione su un aspetto prezioso della vita di coppia, che è l’intimità, e in particolare fermare l’attenzione su come l’intimità può cambiare ed evolvere negli anni, accompagnando e seguendo le diverse fasi della vita della coppia.
Quando parlo di intimità di coppia mi viene spontaneo riferirmi in particolare al rapporto coniugale, ma è vero che il concetto di intimità, anche all’interno della coppia, può essere molto più ampio.
Da un veloce ricerca ho trovato che
” la definizione di intimità è complessa e riguarda vari ambiti delle umane relazioni. In generale essa si può definire come una condizione di particolare vicinanza, fisica e/o emotiva, fra due esseri umani. Si può parlare di intimità, in considerazione del rapporto che permette a due o più individui, data la loro confidenza di vivere quotidianamente gli uni accanto agli altri senza alcun disagio, in particolare nella vita domestica. In senso
romantico, l'intimità si ha quando la coppia si scambia effusioni, attenzioni reciproche o quando si trova in uno stato di particolare complicità, affetto e comunicazione autentica e sincera dei sentimenti e delle sensazioni.
L'intimità, in questo senso, è anche avvicinata, come sinonimo, alla sessualità di coppia, di cui essa esprime l'aspetto emotivo più che quello strettamente erotico e fisico.
Si dice, di una coppia affiatata, che essa gode di una buona intimità; in questo senso la parola intimità è utilizzata in modo appropriato solo con riferimento a una coppia che è legata da una relazione profonda e di lunga durata”. (Da Wikipedia)
Da questa ricerca a mio avviso emergono tre parole chiave: vicinanza, confidenza, conoscenza. Inoltre emerge anche che l’intimità coinvolge tutti i piani della persona, cioè è questione di corpo, di emozioni, pensieri e di desideri, di scelte. Richiama perciò a quell’idea di persona composta di diversi ambiti integrati tra loro, tutti sempre coinvolti, tutti sempre in relazione tra loro, che spesso richiamata dalla metafora della casa a tre piani. La ricordo brevemente: con questa metafora la persona è rappresentata appunto come una casa che ha poggiato sul terreno il piano del corpo, su cui si innesta il piano psichico, emotivo, e viene sormontata dal piano spirituale -l’attico e il tetto- sede della coscienza e della libertà. Questi piani sono simultaneamente collegati, come in una casa i vari livelli sono uniti da scale e ascensori.
Parto dal corpo, che costituisce il crocevia di tutte le esperienze umane, è cioè lo strumento indispensabile per rendere esistente la persona, per far sì che gli altri la vedano e la riconoscano, e contemporaneamente è lo strumento attraverso il quale percepisco la realtà dentro e fuori di me, con cui comunico ed esprimo il mio essere.
Si può intuire che due persone sono intime anche solo osservando come si pongono fisicamente in relazione: se stanno vicini, si toccano, si rivolgono uno verso l’altro con movimenti fluidi e rilassati, allora abbiamo l’impressione che si conoscono, si comprendono, che condividono un’esperienza.
L’intimità a partire dal corpo quindi è data dalla capacità di stare vicini con naturalezza, piacevolmente, senza sentire disagio o pericolo ma anzi con un senso di libertà e comprensione reciproca. Il tocco dell’altro viene percepito come buono, rispettoso, gradito, atteso, non intrusivo. Ecco allora perché si può definire “intimità di coppia” la capacità di vivere armoniosamente i gesti della sessualità.
In effetti, seguendo il pensiero che intimità è uguale a vicinanza, possiamo dire che il rapporto coniugale è il gesto che realizza la più profonda vicinanza possibile tra due esseri umani; mi piace definire questo gesto come
-ESPERIENZA DI INCONTRO PROFONDO TRA UN UOMO E UNA DONNA CHE SI AMANO.
-GESTO CHE ESPRIME E CREA LA COMUNIONE E PERMETTE LA TRASMISSIONE DELLA VITA
E perché si realizzi presuppone
-
Desiderio dell’altro
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Mostrarsi all’altro senza difese
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Accoglienza reciproca
-
Possibilità di diventare genitori
A parte l’ultima condizione, sono tutti aspetti che appunto ritroviamo nel concetto di intimità, così come se ne è parlato fino ad ora.
Oltre alla vicinanza, importante nell’intimità è la conoscenza, che aumenta con il tempo e con la condivisione delle esperienze. È curioso ricordare che nel linguaggio biblico il termine CONOSCERE coincide con il rapporto sessuale, come a dire che questo è il gesto che permette la vera conoscenza tra due persone.
La conoscenza, anche tra le persone, avviene per gradi. Nel libro IL COMPORTAMENTO INTIMO, datato ma ancora attuale, l’autore, Desmond Morris, ipotizza una progressione di gesti che porta alla sempre maggiore intimità tra due innamorati. Lungo questa scala, ogni gradino permette di avvicinarsi in modo sempre più intimo, fino ad arrivare all’incontro genitale realizzato nel rapporto sessuale.
A partire dallo sguardo che prima comprende la figura dell’altro e poi si fissa sugli occhi, scoprendosi ricambiato, si passa alla voce per arrivare al tocco delle mani e via via il contatto diventa maggiore: il braccio sulla spalla per poi scendere fino alla vita, il bacio sulla bocca e la mano che accarezza il viso per poi arrivare ai gesti che preparano l’unione dei genitali e al rapporto coniugale. Tutti questi passaggi, nella loro gradualità, sono utili a rendere via via più stretto il legame affettivo; la reazione dell’uno e dell’altra ai nuovi gesti servirà per sintonizzarsi, imparare cosa è gradito e cosa no, attendere che insieme si arrivi al momento giusto per accedere ad un altro gradino.
E nella relazione che si consolida, gli innamorati, gli sposi, non rinunceranno ai gradini iniziali, anzi riserveranno quelli finali (unione coniugale) a momenti speciali, significativi, mentre l’amore sarà nutrito nella quotidianità di gesti e sguardi di tenerezza.
Questo per dire come è importante, per una coppia che desidera essere “intima”, cioè legata da una vicinanza e conoscenza profonde, arrivare gradualmente e con consapevolezza al gesto che più di tutti la esprime e la realizza.
All’inizio, quando si vivono i primi rapporti sessuali con l’amato o l’amata, si è mossi dal desiderio di conoscere l’altro, appunto in un modo non ancora sperimentato, il desiderio di fare (finalmente?) esperienza di quell’unione attesa e fantasticata, di esprimere la totalità dell’amore provato…ma c’è allo stesso tempo anche la paura: di quello che succederà dopo, del pensiero dell’altro, di mostrarsi, di affidarsi, di essere inesperti e inadeguati, di provocare o sentire dolore…
Normalmente con il tempo, l’esperienza e il confronto le coppie raggiungono un’intesa che possono riconoscere come buona e appagante, insomma di cui essere soddisfatti, anche se questa intesa non necessariamente coincide con la funzionalità fisiologica.
Questa osservazione nasce da alcune ricerche e anche dalla mia esperienza di incontro con le coppie: nonostante la sessuologia abbia codificato una serie di disturbi che possono rendere difficoltosa o non appagante l’attività sessuale, molte coppie si dichiarano felici e soddisfatte delle loro relazioni, anche dal punto di vista sessuale, nonostante soffrano di alcuni di questi disturbi (che per inciso possono essere relativi al desiderio, all’eccitazione, all’orgasmo o al dolore durante il rapporto).
Come a dire che l’esperienza dell’intimità coniugale è molto di più dell’incontro fisico che si realizza durante un rapporto sessuale. L’esperienza della vicinanza gioiosa e benefica dell’altro va oltre le risposte fisiologiche, il benessere e il piacere che consegue l’esperienza sessuale sono legati alle emozioni sperimentate, ai desideri realizzati, e anche a quanto vedo queste emozioni e questi desideri realizzarsi nel compagno, nello sposo. A volte il benessere risiede nel contemplare la felicità dell’altro.
Una coppia che si ama, abbiamo visto, raggiunge abbastanza facilmente una buona intimità, un buon livello di intesa. E molti lo raggiungono nella fase che si può chiamare “la luna di miele”, quando novità, entusiasmo e motivazione sono alla grande. L’intesa però non è mai definitiva, cristallizzata, perché noi siamo in continuo cambiamento, come individui e come coppia. L’impegno allora sarà quello di verificarla e risintonizzarsi con il passare del tempo e col susseguirsi delle diverse fasi di vita.
Questo è ancora più vero sul piano sessuale, dal momento che uomini e donne, diversi tra loro fisicamente, psicologicamente e ormonalmente, vengono segnati o condizionati diversamente dal passare degli anni e, come ormai ho ripetuto allo sfinimento, ciò che cambia nel corpo influenza le emozioni e le scelte.
Cosa cambia allora con gli anni? (mi riferisco ad una ipotetica coppia sposata o che convive da dieci/quindici anni)
Per entrambi l’innamoramento si trasforma in amore maturo, più solido, meno “focoso” ma più rassicurante. La relazione si stabilizza, si creano abitudini condivise, spesso si sono trovate soluzioni equilibrate rispetto ai problemi iniziali della convivenza
Proviamo adesso ad evidenziare le differenze più comuni in maschi e femmine, e per comodità mi riferisco ancora alla casa a tre piani.
-PIANO DEL CORPO
UOMINI: la pulsione sessuale non cambia, perché il livello di testosterone è costante…ma si può perdere un po’ di vigore, soprattutto se si vivono condizioni di stress o ritmi incalzanti. Quindi non si è più prestanti come una volta, aumentano i tempi di recupero, può subentrare l’ansia da prestazione
DONNE: le gravidanze e l’età cambiano l’assetto ormonale; la percezione del proprio corpo in senso positivo o negativo influenzano IL desiderio e la disponibilità ai rapporti. Generalmente le donne generalmente sono critiche verso loro stesse, non smettono di auto-osservarsi e spesso quello che vedono non piace… è lo sguardo amorevole, la parola positiva, il complimento dell’altro che permette loro di darsi un valore, di riconoscersi degne di essere amate (anche con le smagliature, i chili di troppo ecc.)
-PIANO DEL VISSUTO EMOTIVO
UOMINI: investimento nel lavoro, forse maggiori responsabilità, stress, competitività, frustrazione; richieste della famiglia, impegno educativo, sentirsi tirato un po’ di qua e un po’ di là
Il rapporto sessuale per un uomo ha una funzione di sfogo, di rilassamento, un gesto pacificatore con sé e col mondo, è come trovarsi finalmente a casa dopo un viaggio
DONNE: con l’arrivo dei figli il bisogno di appagamento emotivo si ridistribuisce, quasi esaurendosi, almeno nei primi mesi da neomamma, nel contatto col proprio bambino. La mamma è presa, a volte travolta da questa nuova esperienza. Non essere più solo una coppia acuisce la necessità che tante condizioni siano soddisfatte prima di sentirsi in grado di abbandonarsi ad un rapporto col proprio sposo
Quando invece i figli si desiderano ma non arrivano può capitare che il rapporto sessuale si cristallizza sull’obbiettivo di ottenere la gravidanza e diventi strumentale a questo scopo, quindi lo ricerco o lo desidero solo nei giorni utili, o mi scoraggio e non mi interessa più.
-PIANO DELLO SPIRITO
Per entrambi la motivazione all’agire sessuale può maturare e comprendere sempre più aspetti della relazione, quindi diventare un gesto che nutre l’amore, consolida il legame e acquista sempre nuovi significati o al contrario può incistarsi in un’abitudine ripetitiva che perde di smalto e a volte anche di significato.
Da questa ultima riflessione emerge come IL COMPITO PRINCIPALE DEGLI SPOSI è CURARE LA LORO RELAZIONE D’AMORE (prima dei figli, dei bisogni pratici, del lavoro, delle famiglie d’origine…di se stessi)
gli sposi sono a servizio e sono responsabili della loro coppia. L’intimità di coppia quindi, vede il rapporto sessuale come gesto “integrato” nella relazione d’amore: non l’unico gesto, non slegato o disarmonico rispetto alle altre manifestazioni d’affetto che i coniugi si scambiano.
Mi piace ricordare che un aiuto nel vivere la sessualità (in senso ampio) in modo sereno, integrato, intimo, gioioso, viene dalla virtù della castità matrimoniale, cioè da quell’aver cura che i gesti siano a servizio dell’amore e non dell’egoismo.
E che un modo per aver cura nello specifico del rapporto coniugale e della fecondità è lo stile di vita dei metodi di conoscenza naturale della fertilità, che, quando sono frutto di una scelta consapevole e condivisa possono promuovere il benessere e l’armonia della coppia anche rispetto a tematiche delicate e a volte divisive come l’accordo su quando e quanti figli avere e nella ricerca di un figlio che non arriva.
Ancora una riflessione diversa sarebbe da dedicare a quel periodo della vita matrimoniale in cui la casa si svuota e la coppia ritrova dei ritmi più a sua misura, scanditi non più dal lavoro ma al massimo dai nipotini da curare, ma lasciamo questo argomento per un’occasione futura.

quel piacere di stare insieme fatto di vicinanza, confidenza, conoscenza, che nel tempo si adatta e si trasforma, così come evolve la relazione e le persone che la vivono
10.06.2023
